Secondo la tradizione di molti popoli, sarebbe il nome della principessa d'Egitto che ha adottato Mosé. Ma non è un nome biblico. Sia il Pentateuco che la Torah si limitano a chiamarla "la figlia del faraone", cioè "figlia di Dio", che è il significato etimologico di questo nome.
Quando Batya apre la cesta e vede il bambino che piange, lo salva. I genitori adottivi o affidatari aprono le ceste con un bambino dentro che viene "tirato fuori dall'acqua", come è successo a Mosé. E questa cesta diventa l'ambiente di una nuova gestazione, una specie di ri-nascita, come è successo, appunto, a "Mosé" che in egizio vuol dire semplicemente "figlio", cioè figlio perché accolto, perché abbracciato.Batya si accorge che il bimbo è figlio di schiavi, nel senso di appartenente ad una stirpe reietta. Lei accoglie tutto questo: lei non se ne appropria. La ragazza più potente del mondo, decide che Mosé deve essere allattato da una donna della sua stirpe, affinché in questo latte possa rimanere memoria di quelle origini che sono parte del bambino e che non vanno cancellate.
Ecco perché abbiamo pensato di chiamarci:
"Batya" - associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione.
La nostra ambizione è quella di rispondere ad un comandamento antichissimo, comune a tutte le culture:
"offrire ad ogni bambino che ne e' privato: un abbraccio materno, uno sguardo paterno, il calore di un ambiente di amore intorno a lui e per lui. Perché tutto questo e' un suo diritto perché egli è persona, cioè titolare della sua dignità, che gli adulti spesso non gli riconoscono."
Gli adulti si dimenticano troppo facilmente di essere stati bambini. Lo fanno i singoli, lo fanno le famiglie, lo fanno le istituzioni: Batya opera perché la giustizia ai minori sia resa davvero.
Il suo metodo è semplice: mettere insieme le nostre esperienze, lavorando insieme.
Si lavora sul territorio, in collaborazione con le istituzioni e con tutti ma contrastando anche quelle azioni che possono essere lesive dei diritti di un minore. Si sostengono e si formano le coppie nei loro percorsi adottivi o affidatari. Si aiutano persone singole a intraprendere percorsi particolari di accoglienza. Si promuove la divulgazione di libri utili alla formazione e alla conoscenza di tutte le tematiche inerenti l'abbandono e l'accoglienza di bambini o ragazzi. Si organizzano momenti di incontro e divertimento per famiglie.
Chiunque può aderire a Batya. Può aderire chi sta facendo o intende fare un percorso adottivo o affidatario, o più in generale, chi apre le braccia ad un bambino o un ragazzo in difficoltà. Può aderire chi fa volontariato, l'operatore dei servizi, lo studioso, ma anche, semplicemente chi vuole aiutare gli altri ad aiutare.